Carrega Ligure è un comune montano di confine localizzato nell’estremità sudorientale della Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, altissima Val Borbera.

L’intero territorio del comune è considerato come una propaggine della cintura appenninica ligure e ciò assume un significato che va al di là dello stretto profilo geo-morfologico. Infatti, molti fattori di ordine antropico quali: il dialetto, le tradizioni, i costumi, le musiche e i rapporti commerciali legano, in modo particolarmente stretto, questo territorio alle realtà vallive dell’entroterra ligure, piacentino ed emiliano più che alla pianura dell’alessandrino, da cui pure dipende amministrativamente.

Il territorio comunale si estende per circa 56 km quadrati ed è suddiviso in una ventina di aggregati abitativi e da una diffusa edilizia sparsa sul territorio, nata originariamente come rete di servizio alle attività antropiche. Quindici di questi nuclei (Agneto, Berga, Boglianca, Campassi, Ca’ dei Campassi, Capanne di Carrega, Carrega Ligure, Cartasegna, Connio, Croso, Daglio, Fontanachiusa, Magioncalda, San Clemente e Vegni) sono abitati, se non per tutto l’anno, per buona parte di esso. Altri come Chiapparo, Reneuzzi e Casoni sono nuclei ormai completamente abbandonati a seguito dello spopolamento connesso al boom industriale degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Infine il nucleo di Ferrazza è frequentato occasionalmente.


Luoghi di interesse

Castello Malaspina Fieschi Doria

Sopra uno sperone roccioso del monte Carmo, alla quota di m. 1193, in posizione sovrastante l’abitato, s’innalza il castello di Carrega.

Il substrato litologico, costituito da calcari marnosi, stratificati  in sequenza alternata con argillositi di colore grigio, appartiene alla formazione sedimentaria del Cretaceo superiore, nota come “calcari del monte Antola”.

Anche se la prima notizia documentata su Carrega appare nell’anno 1153, il fortilizio probabilmente risale ad epoca anteriore.

Costruito nello stile tipico della Liguria nell’alto Medioevo, si erge in luogo strategico sull’antica mulattiera che al passo delle Capanne interseca la dorsale appenninica.

Sorge ed è anche incastonato nel dirupo. Questo, anzi, sembra avere chiamato il castello e le creste del dirupo sembrano avere suggerito la struttura e le forme, che non presentano grandi opere di fortificazioni, perché perfettamente inutili. Niente fossati e niente ordini diversi di mura. La massima semplicità invece: una massiccia torre e un bastione. Pensava infatti i dirupo a rendere formidabilmente sicuro ed inespugnabile il fortilizio. Nell’epoca feudale, quando non trionfavano ancora le artiglierie, una sola torre, poteva sempre fermare, senza sbaglio, un esercito intero.

Ha la pianta di forma in parte rettangolare e in parte semicircolare verso l’esterno; ad uno degli estremi, verso sud, la massiccia torre, che, dopo il ripristino per la valorizzazione dell’area del castello, avvenuto in questi ultimi anni, a cura dell’Amministrazione Comunale, risulta essere la cisterna per la riserva idrica, sia ai fini difensivi che interni per la piena funzionalità del “microcosmo” castellano. Sebbene mozzata, si presenta intatta all’esterno, ancora bene impermeabilizzata, con un intonaco di cocciopesto, cioè con gli inerti della malta costituiti da laterizio frantumato, facilmente riconoscibile per la colorazione rosata dell’impasto, racchiusa e protetta da un camminamento e dalla grande muraglia in pietra locale, .con feritoie e aperture strombate, tipiche dei baluardi difensivi, circondante la costruzione stessa; all’altro estremo, verso nord, divisa da un massiccio muro, esiste una struttura per l’abitazione padronale; al centro vi è una spianata scoperta, costituita dalla forma naturale della montagna. Una camera dell’abitazione si presenta del tutto senza volta, rosa, scheletrita, rimane solamente una parte perimetrale dei muri componenti il vano e quattro gradini d’entrata. Il secondo vano conserva intatta sia la sua muratura a pietra a vista che la volta a botte, nonché la finestra ad arco.

Deve le sue origini vescovi di Tortona i quali furono i primi signori feudali ad esercitarne la giurisdizione su tutto il territorio. In epoca imprecisata, ma di certo antecedente all’anno Mille, i vescovi infeudarono il castello ai marchesi di Gavi e Parodi e, susseguentemente, ai marchesi Malaspina.

Non si presenta quale vera e propria fortezza, ma piuttosto un edificio con funzioni plurime, ovvero fortificazione e insieme istituzione religiosa in stretto rapporto con i monaci cistercensi della grangia di Magioncalda.  Dal toponimo «castrum», non si escluderebbe trattarsi di una vera e propria «mansio».

Per maggiori informazioni visitare la pagina dedicata sul sito del Comune di Carrega Ligure.

Ecomuseo dei Sette Ricordi

L’Ecomuseo dei Sette Ricordi, non è propriamente un singolo luogo da visitare, ma un’insieme di patrimonio storico, culturale ed ambientale da valorizzare. Si tratta di un “museo diffuso”, che si propone come un’opportunità di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, delle associazioni e delle istituzioni culturali.

Il nome “dei Sette Ricordi” è dovuto al fatto che sono stati individuati sette temi principali, sette segnavia di ricordi, memorie resilienti, temi fondamentali tramite i quali rivitalizzare l’identità visiva e culturale del territorio, temi costruiti dalle generazioni che hanno abitato questo lembo di Appennino.

I “Sette Ricordi” identificati sono:

  • le fasce, il frumento e i mulini
  • i muli e i mulattieri
  • il piffero, le danze e le buiasche
  • il castagneto e u seccaézzu
  • il pascolo
  • a carbunin-a
  • casoni, muretti a secco e sierve

Per meggiori informazioni: https://www.comune.carregaligure.al.it/ecomuseo/


Contatti ed info

Sede del Comune: Via Capoluogo, 48

Sito internethttps://www.comune.carregaligure.al.it

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